Prossimo Evento: 10 - 11 - 12 Ottobre 2025


Dopo aver parlato della sua carriera, dei suoi infortuni, delle sue rivalità e dei suoi rimpianti, Juan Lebrón si confida Chiringuito In una sezione finale, più intima, il numero 1 spagnolo torna a ciò che conta davvero per lui: le sue radici andaluse, la sua famiglia, il suo progetto accademico… e i suoi sogni ancora intatti.

“Il successo non è necessariamente felicità.”

Dietro i trofei, i titoli e i riflettori, Juan Lebrón mantiene una distanza critica dall’idea di successo.

“Quando la gente mi dice che il successo è felicità… non ci credo davvero.”

Per lui la felicità viene da qualcos’altro: l’ Santé, la pace interiore, E in particolare le persone giuste intorno a te.

“La felicità è essere circondati da persone sane che ti portano positività. Ed essere in pace con te stesso.”

Una filosofia semplice, ereditata dalle origini.

Forti radici a El Puerto de Santa María

Se Lebrón ora vive a Madrid e viaggia in tutto il mondo, il suo cuore rimane andalusoRicorda con emozione i ricordi della sua infanzia, in particolare i momenti trascorsi nella cantina di famiglia con gli amici.

“Eravamo in quindici lì dentro, a ridere per ore. Mio padre scendeva e ci chiedeva cosa stessimo facendo, poi rimaneva a chiacchierare con tutti. Era un genio.”

Questo padre, Matias, ne parla con orgoglio e gratitudine. Rispettato da tutti, incarnava onestà, generosità e semplicità.

“Vendeva formaggi e prosciutti. Lasciava persino i prodotti e diceva: ‘Mi pagherai la prossima settimana’. E la gente lo faceva. Aveva la fiducia della gente.”

“Oggi sono Juan Lebrón. Ma nella mia città rimango ‘il figlio di Matías’. E ne sono orgoglioso.”

Un’ambizione rinnovata: reinventare il tuo gioco

Sul fronte sportivo, Juan Lebrón non vuole accontentarsi del passato. Punta a un nuovo ciclo con una nuova mentalità.

“Voglio continuare a progresso, per reinventarmiCrea mosse mai viste prima.

Sotto la direzione di Carlos Pozzoni, il suo nuovo allenatore, sta lavorando su nuove sensazioni, con l’ambizione di competere di nuovo con le due migliori coppie del circuito.

“Con Franco Stupaczuk, penso che possiamo farcela.”

Una visione popolare e festosa del padel

Oltre all’elevata competizione, Lebrón ricorda cosa rende il padel unico ai suoi occhi.

“È uno sport accessibile, molto sociale. Ti iscrivi tramite un’app, giochi con tre sconosciuti, bevi una birra dopo e la domenica ti ritrovi a giocare un torneo per vincere un prosciutto!”

The Juan & Ale Academy: tra sogno e ammiccamento

A lungo termine, il giocatore vuole apri la tua accademia di padel a Madrid. E quando il giornalista gli chiede se porterà il suo nome, lui risponde con un sorriso:

“L’accademia di Juan e Ale… Forse renderà la riconciliazione più facile!”

Anche se il progetto è ancora in gestazione, la volontà è chiara: trasmettere, addestrare, innovare.

Confidenze, famiglia e flamenco

La fine dell’intervista si trasforma in un ritratto più personale. Scopriamo un Lebrón attaccato ai suoi genitori, ammirando Vinicius Jr. — che spesso difende pubblicamente — e fedele a Cultura andalusa.

“Adoro il flamenco. A casa mia, a Jerez, tutte le feste finiscono con le canzoni. Sei invitato quando vuoi.”

Tra i giocatori, ammira Belasteguín, Chingotto, Coello, Tapia e persino Galán: “una persona”, dice, senza rancore ma con distacco.

Infine, quando gli viene chiesto in cosa eccelle maggiormente, risponde:

“Ero il migliore in puro talento del padelPer quattro anni.

Il suo ultimo sogno? Tornare in cima.

Nonostante tutto quello che ha già realizzato, Juan Lebrón mantiene intatto il suo desiderio.

“Ho raggiunto tutti i miei obiettivi. Ma diventare numero 1 del mondo…che mi fa ancora vibrare.”


Per guardare il video in spagnolo:

Franck Binisti

Franck Binisti ha scoperto il padel al Club des Pyramides nel 2009 nella regione parigina. Da allora, il padel fa parte della sua vita. Lo vedi spesso in tournée in Francia per coprire i principali eventi di padel francesi.



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