Prossimo Evento: 10 - 11 - 12 Ottobre 2025


Originario di Dragoncelloe, Tonet Sans è un giocatore professionista di padel abituato ai tornei Premier Padel et FIP. Classificato intorno al 80° posto al mondo, ci ha concesso un’intervista in cui ripercorre la sua carriera, il dietro le quinte del circuito, gli squilibri attuali, la sua collaborazione con Pallape le sue ambizioni personali.

Perché “Tonet”? Una storia di famiglia

Il suo soprannome spesso incuriosisce, ma la spiegazione è semplice: Mio padre, mio nonno, il mio bisnonno si chiamano tutti Antón, come me. In catalano, mi chiamavano piccolo Ton, che in catalano si traduce come: Tonet..

Una scelta tra calcio e padel

Come molti, Tonet ha conciliato a lungo due passioni prima di fare una scelta decisiva.
“Ho giocato sia a padel che a calcio, poi ho deciso di concentrarmi sul padel perché ero abbastanza bravo e mi piaceva.”
Dopo gli studi universitari, decide di intraprendere un’avventura professionale: “Mi sono detto: ho un buon livello, vorrei vedere fin dove posso arrivare nel mondo professionale.”Dal 2018 è sulle piste, prima sulla World Padel Tourpoi Premier Padel.

Giocare in casa: “Solo un bonus”

Mentre si prepara a giocare il P1 di Tarragona, Tonet evoca il sapore speciale di un torneo “casalingo”:
“Mi preparo come al solito: allenamento, preparazione fisica, alimentazione, riposo… Ma giocare in casa è tutto positivo.”
Nessuna pressione extra? “No, al contrario. È una motivazione in più. La tua famiglia e i tuoi amici vengono a incoraggiarti. È commovente.”.

Un jolly con Marc Quilez

accanto Marc Quilez, Tonet sarà jolly a Tarragona.
Abbiamo giocato in tutti i P1 di questa stagione, tranne Malaga. Questo torneo è solo uno in più. Ci stiamo preparando esattamente come gli altri..

Il disagio di inizio stagione: “Non è stato un boicottaggio, ma una protesta”

Tonet torna con franchezza sulla rivolta di inizio anno tra giocatori e organizzazione:
“Ci hanno proposto condizioni diverse senza consultarci. Era come scegliere tra pioggia e fulmini. In entrambi i casi, era terribile.”.
Si rammarica dell’impatto di questa crisi: “Ha penalizzato tutti: giocatori, promotori, il circuito, lo spettacolo. E oggi le classifiche sono distorte.”.

Il puzzle dei punti FIP: “È assurdo”

Sulla questione di postoTonet è molto chiaro: il sistema attuale crea vere e proprie ingiustizie.
“Vincere il tabellone principale al primo turno di un torneo P1 ti dà 45 punti. Lo stesso vale per un finalista di un FIP Silver. E per il vincitore, 80. È assurdo.”
Deplora un modello incoerente: “Un torneo di sesta categoria paga più di uno di seconda categoria. Nessuno sport serio funzionerebbe in questo modo.”.
E a livello economico? “I FIP portano molto poco. Il rapporto punti/euro è pessimo.”.

Un programma troppo fitto: “Ti esaurirai”

Con 24 tornei Premier Padel all’anno e uno media Sulla base dei 22 migliori risultati, i giocatori sono costretti a giocare a un ritmo infernale.
“Bisogna giocare tutto, anche se si è infortunati o stanchi.”
E anche le settimane di riposo sono spesso impegnative: I migliori giocatori partecipano a eventi privati come l’Hexagon Cup o il Pro Padel Lega. Vogliamo tutti Tapia, Coello, Galán nella nostra città…”
La sua conclusione è chiara: “Se non si riduce il numero di tornei presi in considerazione, si esauriranno i giocatori.”.

Un fragile equilibrio economico

Vivere di padel non è facile, soprattutto per chi non rientra nella top 30.
“Giocare in un FIP significa perdere soldi, a meno che non si svolga nella tua città. Premier Padel ti permette di fare un po’ meglio, ma guadagni meno punti.”.
E alla domanda se il bilancio dell’anno è positivo:
“Sì, grazie ai miei sponsor, ai contratti con le racchette e a un piccolo premio in denaro. Ma si spende tanto. E a volte ti chiedi se tutto quello sforzo ne valga davvero la pena.”.

Trovare il partner giusto: “Come una relazione”

Dall’inizio della stagione, Tonet ha giocato con Marc QuilezUna stabilità che apprezza, anche se ne riconosce la difficoltà nel durare:
È come una relazione. Se va bene, continui. Se non va bene, cambi. E a volte, anche quando funziona, hai bisogno di cambiare aria..
Per quanto riguarda separazioni inaspettate come Di Nenno/Tello, ammette di non aver capito:
“Hanno avuto buoni risultati, ma sono stati pericolosi. Per me, è stato un errore strategico.”.

L’importanza della comunicazione e del rispetto reciproco

Per Tonet l’unità del duo è fondamentale, dentro e fuori dal campo:
“Devi parlare, dire quello che senti, condividerlo con l’allenatore, con il mental trainer. Rimanere in silenzio non serve a niente.”.
E soprattutto, vietate i comportamenti tossici:
“Odio vedere un giocatore che si lamenta del suo compagno. Si gioca in due. Non si vince mettendo a terra l’altro.”.
Cita come esempio le migliori coppie del circuito: Coello, Tapia, Galán, Chingotto non si criticano mai a vicenda. E guarda dove sono finiti..

La pressione, una questione di prospettiva

Quando gli parliamo di giocare contro i migliori al mondo, Tonet distingue due casi:
Contro una coppia leggermente migliore, devi credere nella vittoria. È lì che migliori. Ma contro una coppia alta, non hai nulla da perdere. Devi giocare con calma, provare e divertirti..
E da ricordare: “La pressione è sempre sul favorito”.

Un’avventura umana con Pallap

Da questa stagione, Tonet gioca con un Racchetta Pallap, un marchio giovane.
Ho conosciuto il brand grazie al mio coach Mariano. Ho incontrato Christopher, il fondatore, e sono rimasto affascinato dal suo progetto e dai suoi valori..
È stato intrapreso uno sforzo congiunto per creare la racchetta ideale: Ci è voluto un po’ per trovare quello giusto, ma ora sono molto soddisfatto. Le racchette non si rompono, il tessuto è ottimo e, soprattutto, sono persone serie e attente..

Tracce più veloci? “Non fa bene allo spettacolo”

Tonet si rammarica che in questa stagione alcune piste siano diventate troppo veloci.
“Penso che le condizioni troppo veloci danneggino lo spettacolo e l’equilibrio del gioco.”.
Prende l’esempio di Malaga : “La pista era perfetta: né lenta né veloce. Era proprio quella giusta.”.
Egli sostiene una maggiore coerenza: “Al chiuso o all’aperto, non importa. Ma serve stabilità, altrimenti si snatura lo sport.”.

Domande veloci

  • Mossa preferita : “Uscita dal finestrino destro”
  • Torneo preferito : “Il Sindaco di Roma”
  • Passione fuori dal padel : “Golf”
  • Muoviti per rubare a un altro giocatore : “Il successo di Tapia o Augsburger”
  • Grande sogno : “L’ho già raggiunto: diventare professionista. Ora voglio tornare tra i primi 50. Se dovessi sognare più in grande: giocare una finale Masters.”
  • Un giocatore con cui vorrebbe giocare : “Ale Galán. Ho già condiviso una sessione di allenamento con Tapia, quindi perché non Galán?”
Beniamino Dupouy

Ho scoperto il padel direttamente durante un torneo e, francamente, all’inizio non mi piaceva molto. Ma la seconda volta è stato amore a prima vista e da allora non mi sono persa nemmeno una partita. Sono anche disposto a stare sveglio fino alle 3 del mattino per guardare il finale Premier Padel !



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