Prossimo Evento: 10 - 11 - 12 Ottobre 2025


Lo scorso fine settimana a Tarragona, Agustín Tapia ha vinto un’altra finale. Ancora uno, al fianco di Arturo Coello contro il Chingotto/Galán 7 / 6 7 / 5 in una partita tesa e serrata come ne hanno vinte tante in questa stagione contro la seconda coppia del mondo.
Ma ciò che verrà ricordato non saranno i tiri vincenti o il trofeo alzato. ma Tapia, in lacrime, non riesce a trattenere l’emozione. Una delusione totale per un giocatore che sta scrivendo la storia del suo sport.

Un vertice instabile

Spesso ammiriamo i campioni per la loro costanza e la loro capacità di vincere, a volte dimenticando che Questa regolarità ha un costoEssere al top è per portare una pressione permanente, è dover sempre confermare, essere sempre presente, assumere sempre il proprio status.

Tapia, con Coello, domina il mondo del padel da oltre un anno. Insieme sono la coppia da battere e ogni partita sembra una finale per i loro avversari. E mentre i riflettori illuminano i trofei, Nessuno si accorge della stanchezza che cresce dietro le quinte.

Una stretta di mano… poi relax totale

L’argentino ha resistito fino alla fine. Fino alla stretta di mano con gli avversari, da professionista esemplare qual è. E poi, mentre tornava alla sua sedia, Tapia si rivolge al suo allenatore, Martín CanaliLa abbraccia a lungo, poi si siede, prende l’asciugamano e scoppiare a piangere.

Una scena rara, quasi intima, eppure catturata davanti agli occhi di migliaia di spettatori. Tapia, numero 1 al mondo, non ha più nemmeno la forza di festeggiare. L’emozione prende il sopravvento: una versione grezza, quello di un atleta alla fine di se stesso.

Il volto invisibile del vertice

Essere al top del padel mondiale non significa solo brillare. È sostenere un peso permanente : aspettative, pressione mediatica, intensità fisica, viaggi e l’obbligo di vincere ogni torneo.
Tapia sa: cadere sarebbe più facile che restare lassù.

Questa eccellenza, che applaudiamo, è anche estenuanteCi vuole una mente d’acciaio, un corpo impeccabile, corpi che a volte si arrendono come questa domenica dopo il quarto titolo consecutivo.

La tregua, più che benvenuta

Il P1 di Tarragona è stato l’ultimo torneo prima un mese di pausaUn respiro che Tapia sembrava attendere con impazienza. Le sue lacrime sono quelle di una liberazione, ma forse anche da un eccesso contenuto da settimane.

I tornei si susseguono e “El Mozart” rimane nella sua bolla, rivolto verso il pura prestazione in cui aggiunge momenti di magia con mosse di cui solo lui conosce il segreto.
Il tour non si ferma mai veramente, ma per lui questa pausa potrebbe essere essenziale per ritrovare un po’ di equilibrio e lasciarli batterie ricaricate al P1 di Madrid inizio settembre.

Teo Vieau

Ha scoperto il padel nel 2016 a Nantes e si è subito appassionato a questo sport, arrivando addirittura al 474° posto in Francia. Commentatore su Padel Mag TV, si occupa dei vari tornei del circuito francese e dei tornei internazionali organizzati in Francia!





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