Prossimo Evento: 10 - 11 - 12 Ottobre 2025


Dopo aver dominato la scena mondiale del padel al fianco di Alejandro Galán, Juan Lebrón riflette sulla fine di quella relazione sportiva, sulle tensioni personali irrisolte e sui rimpianti che porta ancora oggi con sé. Parla anche del suo futuro, delle sue ambizioni e di ciò che si aspetta – forse invano – da un ex amico diventato rivale.

Galán: ritorno della fiamma, ultimo tentativo

Mentre la loro separazione sembrava definitiva, Juan Lebrón e Alejandro Galán rivedersi brevemente alla fine del 2023. L’obiettivo: salvare la stagione, riscoprire un po’ di magia… e perché no, darsi una seconda possibilità.

“Ci siamo telefonati. Mi ha detto che voleva giocare di nuovo. Ho detto di sì, senza esitazione.”

Tuttavia, nonostante la riunione sul campo, il la frattura personale rimane intatta.

“Sentivo che era ancora freddo. Distante. Mi disse: ‘Voglio solo vincere.'”

Lebrón cerca di riaccendere il legame. Parla, si apre, evoca persino i loro ricordi condivisi.

“Gli ho detto: ‘Ti ricordi quando abbiamo iniziato? Quando ci allenavamo a Madrid? Eravamo bambini…’ Ma lui non ha reagito. Niente.”

Il silenzio che fa male

Con il progredire dei tornei, il disagio persisteva. E l’andaluso capì che i legami non si ristabiliranno da soli.

“Non chiedevo molto. Non amicizia a tutti i costi. Solo che mi dicesse: ‘Grazie per tutto quello che abbiamo passato’. Un po’ di riconoscimento.”

Questo silenzio, questa assenza di sguardo reciproco, sembra tormentare Lebrón.

“Vorrei che mi avesse detto: ‘Juan, so che hai sempre dato il massimo’. Anche se non eravamo d’accordo su tutto.”

Lo afferma più volte: ciò di cui più si rammarica, Non è una pausa sportiva, ma umana..

“Sono un ragazzo sensibile e non credo che lui l’abbia mai capito.”

L’errore del silenzio, da entrambe le parti

In un raro momento di introspezione, Lebrón ammette anche la sua parte di responsabilità. Riconosce di non aver non ho mai parlato veramente a cuore aperto con Galán.

“Non gli ho mai detto come mi sentivo. Pensavo che l’avrebbe capito da solo. Ma ci sbagliavamo entrambi.”

Egli solleva addirittura l’ipotesi di una discussione tardiva, mai avvenuta.

“Avrei dovuto prenderlo un giorno e dirgli: ‘Dai, parliamo, solo noi due’. Ma ho lasciato correre.”

“Abbiamo vinto tutto. Ma non sapevamo come parlarci. Non è pazzesco?”

Il futuro: vincere senza odio, ma con orgoglio

Oggi, Juan Lebrón si evolve con Franco Stupaczuk, in un nuovo progetto sportivo. Ma il suo obiettivo rimane invariato: tornare all’inizio.

“Ho ancora delle cose da dimostrare. Soprattutto a me stesso.”

Assicura di non serbare rancore.

“Non odio Galán. Non lo invidio. Voglio solo che sia felice. Ma voglio che sappia che avrei voluto che ci fossimo lasciati in modo diverso.”

Sottolinea inoltre il suo desiderio di mostrare un’altra immagine di sé, più calma e composta.

“Mi hanno dipinto come un cattivo ragazzo. Ma voglio che la gente veda che sono qualcosa di diverso. Sono un ragazzo semplice. Sensibile. Che ama la sua famiglia.”

“Gioco a padel, tutto qui. E sono fortunato a poter fare ciò che amo.”

Una fine di ciclo… ma senza cuore

Se dovesse riassumere ciò che si aspetta ancora oggi da Galán, Juan Lebrón non menzionerebbe un trofeo o una vendetta. Solo una parola. Un gesto.

“Vorrei che mi dicesse: ‘Grazie, Juan’. Perché lo ringrazio. Per tutto.”


Per guardare il video in spagnolo:

Franck Binisti

Franck Binisti ha scoperto il padel al Club des Pyramides nel 2009 nella regione parigina. Da allora, il padel fa parte della sua vita. Lo vedi spesso in tournée in Francia per coprire i principali eventi di padel francesi.



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