solo 16 anni, Martina Calvo ha scritto una pagina di storia in Bruxelles diventando il giocatore più giovane per raggiungere il quarti di finale di un torneo Premier Padel. Associato a Marta Borrero, la giovane spagnola non solo ha battuto un record di età: è stata anche la prima a raggiungere questa fase del torneo partendo dalle qualificazioni. Un’esibizione che forse segna l’inizio di una grande carriera. Martina confidò al giornale SPORT, raccontando con semplicità ed entusiasmo le sue prime impressioni e il suo straordinario viaggio.
Da Pamplona a Bruxelles: un viaggio non così ordinario
Nato a PamplonaMartina ha scoperto il padel molto presto, sostituendo rapidamente la palla rotonda con la pala. “Per me il padel è stato meglio del calcio”, si confida con umorismo. Formatasi alla scuola di Pablo Semprún, ha iniziato a maneggiare la racchetta all’età di quattro anni, mentre i suoi genitori e zii erano già appassionati di questo sport.
Prima di dedicarsi completamente al padel, Martina ha giocato anche a calcio, giocando come centrocampista destro. Ma il suo temperamento discreto “non mi piaceva molto festeggiare i gol” la spinse naturalmente verso una disciplina in cui poteva brillare senza cercare la ribalta.
Tra passione sportiva e ambizioni accademiche
Oggi nel primo anno di baccalaureato scientificoMartina si divide tra gli studi e il padel ad alto livello. Il suo obiettivo: continuare gli studi intraprendendo nel contempo una carriera sportiva professionistica. Sta addirittura considerando di studiare in fisioterapia o podologia, due ambiti che già lo attraggono.
Organizzata e rigorosa, si impegna a conciliare tornei internazionali ed esami, contando sul supporto dei suoi insegnanti, amici e familiari per riuscirci.
Una progressione costruita pazientemente
A differenza di altri giovani prodigio, Martina non vinse tutto fin dall’inizio. A lungo tenuta indietro nelle categorie giovanili, vinse il suo primo titolo nazionale solo in età da cadetta. Questo successo la convinse a prendere il circuito più seriamente, senza fretta.
“Ho capito che avrei dovuto prima partecipare ai tornei giovanili prima di puntare più in alto.“, spiega. Questa pazienza sembra dare i suoi frutti oggi.
Una mentalità già consolidata
Martina sa che in un mondo competitivo come quello del padel professionistico, avere i piedi per terra è fondamentale. “Bisogna avere una mente forte per affrontare i viaggi, la competizione, la pressione.” Può contare sulla supervisione di Pablo Semprún, che considera la sua guida sia a livello sportivo che umano.
Ispirato da giocatori come Marta Ortega, nonostante giochi sul lato del rovescio, Martina basa il suo gioco sulla costanza e sull’intelligenza di gioco. “Sono un giocatore piuttosto paziente, che commette pochi errori, anche se devo ancora imparare a essere più aggressivo per chiudere i punti.”
Un sogno in corso
Al di là dei risultati, Martina insiste sull’importanza di goditi il viaggio, consiglio che chi gli sta intorno gli ripete costantemente. Per lei, il semplice fatto di vivere della propria passione è già un sogno che diventa realtà. Quanto alle ricadute finanziarie dei suoi primi successi, preferisce rimanere distaccata: “Non mi preoccupo dei soldi. Se ne occupano i miei rappresentanti”.
A Bruxelles, anche se l’avventura si è conclusa nei quarti di finale contro Alejandra Salazar et Verónica Virseda, il segno di Martina Calvo è indelebile: quello di una ragazzo talentuoso, ambizioso e lucido, prometteva un futuro luminoso.

Ho scoperto il padel direttamente durante un torneo e, francamente, all’inizio non mi piaceva molto. Ma la seconda volta è stato amore a prima vista e da allora non mi sono persa nemmeno una partita. Sono anche disposto a stare sveglio fino alle 3 del mattino per guardare il finale Premier Padel !