Prossimo Evento: 24 - 25 Maggio 2025


La visita all’headquarter di adidas, situato nella pittoresca città di Herzogenaurach, vicino a Norimberga, è stata un’esperienza unica nel suo genere. Sin dall’ingresso nel campus, si percepiscono chiaramente i valori che hanno reso il brand tedesco un leader globale: passione per lo sport, innovazione e creatività. Nel campus, talmente vasto da richiedere l’uso di biciclette per spostarsi all’interno, l’atmosfera che si respira è vibrante e moderna.

La storia di adidas, parte proprio da Herzogenaurach del 1924. Qui, Adolf Dassler, figlio del calzolaio Christoph von Wilhelm Dassler, avviò la produzione di scarpe da calcio nella lavanderia della madre Pauline. È incredibile pensare che da queste origini sia emerso un colosso mondiale dello sportswear, capace di rivoluzionare il modo in cui interpretiamo lo sport. La nostra visita nell’adidas world è iniziata con un match esibizione che ha visto protagonisti atleti del calibro di Pol Hernández, Marta Ortega e Seba Nerone.

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Il tour è proseguito attraverso i padiglioni del campus, ognuno dedicato a un aspetto cruciale del marchio. Dai centri di design agli spazi dedicati all’innovazione tecnologica, ogni area racconta una storia d’eccellenza. Abbiamo avuto l’opportunità di visitare i laboratori di ricerca e sviluppo, luoghi dove designer e ingegneri lavorano per creare da anni tecnologie rivoluzionarie in molteplici discipline sportive.

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Un momento clou della giornata è stato la presentazione della Crazyquick Padel, la prima calzatura in assoluto progettata specificamente per il padel. Questo lancio segna una pietra miliare per adidas e sottolinea l’impegno verso questo sport sempre più globale. La giornata si è conclusa con un incontro speciale con Marta Ortega, ex numero uno al mondo nel padel, e Kerryn Foster, global vp & gm adidas.

L’intervista
Marta Ortega

Come è nata la tua collaborazione con adidas e da quanto va avanti?
La collaborazione con adidas è nata nel 2012. In questi ultimi 12 anni potete immaginare la chimica che si è creata tra me e il brand.

Sappiamo che ti sei laureata in Medicina. Come hai fatto a conciliare la carriera sportiva ad altissimo livello con gli studi accademici?
Non è stato sicuramente facile. La mia routine quotidiana iniziava molto presto al mattino, quando mi svegliavo per andare in ospedale a Madrid. Le lezioni duravano dalle 8:00 alle 14:00, dopodiché mi dirigevo in palestra, dove mangiavo e mi cambiavo in macchina per sfruttare al massimo ogni minuto disponibile. L’allenamento iniziava alle 16:00 e terminava alle 17:30 in palestra, per poi proseguire sui campi da padel dalle 19:00. Dopo l’allenamento, tornavo a casa per studiare fino alle 2:00 del mattino. Quando avevo degli esami da sostenere, davo priorità alle ore di studio, senza gli allenamenti. E se invece dovevo partecipare a un torneo, cercavo di dedicare un po’ di tempo al cosiddetto allenamento invisibile (cercando di dormire maggiormente). Alla fine sapevo che sarebbe stato un momento di sacrificio, ma il sogno che avevo era essere un medico e diventare la numero uno al mondo nel padel. Per me era una motivazione sufficiente per alzarmi ogni giorno presto e sottrarre qualche ora di sonno. Non avevo altra soluzione!

Quale pala stai utilizzando? Hai avuto un ruolo specifico nello sviluppo dei prodotti?
Attualmente sto utilizzando la Cross It Light, una linea che abbiamo ricevuto in occasione del decimo anniversario di adidas nel mondo del padel. In generale, durante lo sviluppo e la produzione di un nuovo modello mi impegno sempre a fornire il mio feedback, condividendo le sensazioni che provo sul campo e suggerendo elementi che trovo utili o innovativi. Ciò che apprezzo maggiormente di adidas è il costante investimento nelle nuove tecnologie. Questo approccio si è dimostrato vincente anche durante lo sviluppo della prima linea di scarpe specifiche per il padel, un progetto che ha richiesto mesi di lavoro intenso. Siamo molto soddisfatti del risultato finale, soprattutto perché l’azienda ha coinvolto attivamente gli atleti, chiedendo opinioni dirette sull’esperienza in campo.

Cosa ne pensi del movimento padelistico in Italia?
Credo che l’Italia stia attraversando un periodo di sviluppo significativo, con molti atleti che stanno migliorando costantemente. Come dico sempre, è fondamentale investire nelle giovani generazioni. In Spagna, all’inizio, il padel era praticato principalmente da persone di mezza età. Fortunatamente, si è puntato molto sulla creazione di scuole e accademie di alta competizione, con l’obiettivo di alzare continuamente il livello degli allenamenti. Penso che questo sia un modello che tutti i Paesi dovrebbero seguire: investire per rendere il padel una disciplina duratura, insegnando i fondamentali nel modo corretto a bambini e bambine fin da piccoli. Rispetto a qualche anno fa, oggi il padel è sicuramente più attraente, grazie anche alla visibilità dei giocatori professionisti in TV, che possono essere presi come esempio, proprio come accade in altri sport come il calcio, il basket o il tennis. Ritengo che questo rappresenterà un elemento decisivo per avvicinare maggiormente i giovani e i bambini a questa disciplina.


L’intervista
Kerryn Foster, global vp & gm adidas

Quando adidas ha deciso di entrare nel mercato del padel e con quali obiettivi?
Il brand adidas opera nel padel dal 2013 attraverso il nostro partner autorizzato All For Padel. La scelta oltre dieci anni fa è stata quella di partire con le pale, Ci siamo poi spinti sulle borse e sui set di palline, senza dimenticare naturalmente i nostri kit d’abbigliamento. Con il lancio delle Crazyquick Padel e con altri modelli in arrivo a dicembre, la strategia è quella di entrare in modo deciso anche nel comparto delle calzature da padel. Siamo colpiti dalla crescita avuta nell’ultimo lustro. In collaborazione con All For Padel, abbiamo monitorato l’evoluzione del padel nei diversi Paesi europei e il suo impatto su scala globale. Trascorriamo molto tempo con atleti di ogni livello, dai principianti agli elite, e grazie soprattutto a questi ultimi, stiamo acquisendo preziose informazioni sull’evoluzione della disciplina, che diventa sempre più competitiva.

Quali sono i mercati più importanti per voi al momento?
Come sapete il padel è nato e si sta affermando in tutta Europa e attualmente il Vecchio Continente è il nostro mercato di riferimento. Essendo adidas un marchio globale abbiamo di fronte sfide continuamente entusiasmanti e grazie al padel abbiamo la possibilità di raggiungere tanti nuovi consumatori. Ciò che stiamo osservando è la crescita di nuove tendenze del padel negli Stati Uniti, così come vediamo tanti campi sorgere in Asia. Siamo molto entusiasti di vedere come in alcune grandi città (in particolare Shanghai, Shenzhen, Hong Kong) ci sia un interesse importante per la
disciplina. Quello che dobbiamo assolutamente fare è valutare al meglio le molte opportunità globali che ci troveremo di fronte.

Molti atleti di alto livello collaborano da anni con voi. In che modo vi aiutano a sviluppare la gamma prodotti?
Uno degli aspetti più appaganti del nostro lavoro è la possibilità di collaborare con atleti di altissimo livello. Ascoltandoli e osservando i loro movimenti, comprendiamo meglio le loro esigenze, sia in termini di comfort che di preferenze estetiche, come colorazioni e stile. Una volta raccolte queste informazioni, le utilizziamo per sviluppare calzature specifiche per ogni sport. Grazie alla nostra esperienza in diverse discipline sportive, possiamo sfruttare il know-how acquisito in altri ambiti per ottimizzare ogni prodotto in base alle richieste e alle esigenze uniche del padel.

In apertura: da sinistra Seba Nerone, Marta Ortega, Pol Hernández e Arthur Hugounenq prima del match esibizione



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