Prossimo Evento: 24 - 25 Maggio 2025


L’edizione 2024 è stata la terza del Milano Premier Padel P1. Dall’esordio nel 2022 a oggi, la tappa milanese ha sempre aumentato costantemente l’afflusso di pubblico durante la settimana, con il consueto picco nel weekend che garantisce comunque un’atmosfera suggestiva e coinvolgente. Anche quest’anno non è mancato grande entusiasmo e fermento tra il pubblico milanese e non solo, visto che sono numerosi gli appassionati che arrivano anche da fuori città (e regione) per assistere allo spettacolo del padel mondiale. Non sono mancati tanti momenti emozionanti e alcune novità senz’altro apprezzate e degne di nota. Ma ci sono al contempo alcuni aspetti senz’altro migliorabili per rendere l’evento davvero impeccabile e apprezzato sotto tutti i punti di vista. Ecco cosa ci hanno lasciato sette giorni di Premier Padel all’Allianz Cloud.

Il fattore Allianz Cloud
Il terzo anno di fila all’ex Palalido conferma potenzialità e limiti della struttura. L’atmosfera che si crea soprattutto per semifinali e finali è coinvolgente e di grande impatto, e la questione della capienza ridotta a 5mila posti può essere un altro punto da dibattere (benché, di fatto, a oggi il sold out riguarda solo la giornata delle finali). In effetti, gli spazi rischiano di diventare un po’ angusti e soffocanti quando il palazzetto registra il tutto esaurito, mentre all’esterno è di fatto impossibile sviluppare un fan village più ampio e ricco. Non a caso rispetto a tre anni fa l’area dedicata agli stand promozionali si è assottigliata sino quasi a sparire (in controtendenza rispetto a quanto logica e contesto presupporrebbero). La posizione in città, invece, resta ideale considerata la vicinanza a due linee della metropolitana e ai mezzi di superficie, anche se non sono mancate le classiche soste selvagge intorno al palazzetto. A documentarle sono stati la presidente del Municipio 8 (in cui si trova l’arena) Giulia Pelucchi e il consigliere comunale di Milano Enrico Fedrighini. Quest’ultimo ha chiesto maggiore attenzione da parte dell’organizzazione (a proposito di salto di qualità e lungimiranza) e la possibilità, come accade in altre città europee, di legare il biglietto per il torneo ai trasporti pubblici. Un’idea lodevole, che però potrebbe non bastare per risolvere quella che è una questione culturale ben più radicata.

Otto cose che ci ha lasciato il Milano Premier Padel 1

Fare come il tennis
È un mantra che abbiamo ripetuto spesso quando si tratta di padel, in riferimento al Premier e alle sue scelte (e carenze) organizzative. In questo caso l’invito è esteso anche all’organizzazione del P1 milanese, nello specifico per quanto riguarda la gestione del pubblico. Tante, troppe persone erano in posti in cui non dovevano essere (scale e vie di fuga comprese), senza che nessuno facesse qualcosa. Eppure, fino a due anni fa nella stessa location venivano organizzate nel NextGen ATP Finals: basterebbe prendere esempio.

La questione campo 1
Non tutti avranno a disposizione il Foro Italico e il Pietrangeli, ma non c’è alcun dubbio che si poteva fare qualcosa di più per garantire un campo secondario quantomeno riscaldato e con le distanze di sicurezza necessarie per i recuperi fuori dalla gabbia (se poi fosse anche accessibile al pubblico…). A fare le spese di una sistemazione così paradossale è stato il povero Franco Stupaczuk che, come noto, si è procurato un infortunio sbattendo contro il seggiolone dell’arbitro nel tentativo di agguantare uno smash. Sorvolando sul perché un match così interessante si stesse giocando sotto gli occhi di nessuno, è ormai imprescindibile adottare degli accorgimenti per tutelare i giocatori e, in generale, per far compiere un salto di qualità al torneo.

C’è futuro nel padel femminile italiano?
Sabato erano al FIP Rise di Perugia, domenica e lunedì hanno superato le qualificazioni (battendo, tra le altre, l’ex n.1 al mondo Carolina Navarro), e martedì hanno addirittura vinto il primo turno del tabellone principale, annullando ben cinque match point. Senz’altro la più bella storia di padel italiano della settimana milanese. E la conferma di un talento, quello della classe 2005 Dal Pozzo, che potrebbe continuare a far parlare di sé in futuro.

Ale Galán senza soluzioni
Il madrileno ci prova in tutti i modi contro Coello/Tapia. Chingotto è uno scudiero fidato e di grande efficienza, ma non sempre può compiere miracoli. Galán allora prova a prendersi la coppia sulle spalle e a tentare più giocate risolutive del necessario, con i relativi e naturali contraccolpi in termini di errori e forzature. Una frustrazione espressa più volte in campo, di fronte allo strapotere dei Golden Boys. Eppure, è di queste ore la conferma che anche nel 2005 ha scelto di proseguire con il fido Chingo al suo fianco: urge inventarsi qualcosa (che non sia per forza il classico rimescolamento delle coppie).

Otto cose che ci ha lasciato il Milano Premier Padel

La finale femminile, ma al contrario
È stata la settimana in cui hanno trovato conferma le voci di una nuova coppia formata da Delfi Brea e Gemma Triay per il 2025. Un connubio interessante, che potrebbe allungare ancora di più la carriera della senior minorchina. Logica conseguenza sarebbe il comporsi del duo Bea Gonzalez/Claudia Fernandez (che per età e potenzialità sembra in ogni caso destinata a fare grandi cose).

Claudia Fernandez è una fuoriclasse
Non serviva certamente il Milano Premier Padel per confermarlo, ma la maestria con cui ha trascinato Gemma Triay in finale è da sottolineare. Al fianco di una compagna che si conferma senz’altro una delle top, ma che nell’occasione è stata un po’ più fallosa del solito, la 18enne non ha battuto ciglio e, al netto di qualche errore frettoloso, ha gestito tanti scambi con grande esperienza, mettendosi in luce soprattutto per delle volée piazzate negli angoli davvero imprendibili.

L’addio di Bela
Milano ha avuto il privilegio di ospitare l’ultimo torneo della gloriosa carriera di Fernando Belasteguin a 45 anni. Nelle sue lacrime a fine partita, e nel dispiacere di Garrido e Bergamini nell’averlo battuto, c’è un’intera epoca del padel che si chiude e il rispetto che il Boss si è guadagnato attraverso le generazioni che ha visto nascere e crescere. I numeri li conosciamo, ma vale la pena ribadirli: 16 anni da n.1 al mondo, 230 titoli, sei campionati del mondo. Una sola leggenda.

Il fattore calendario
Per il terzo anno di fila, il P1 milanese si è ritrovato schiacciato in calendario, subito dopo una tappa messicana e con un occhio alle imminenti Finals. Una sequenza che sfavorisce il torneo meneghino e fiacca ulteriormente degli atleti già provati da una lunga annata, con una conclusione ancora da giocare non certo di poco peso. Sul punto è il Premier Padel che dovrebbe assicurare un calendario più omogeneo e meno traversate intercontinentali a ridosso dei tornei, sempre con l’obiettivo di tutelare il più possibile i giocatori, che restano il vero motore di un’industria sempre più ambiziosa.

Weebora, una presenza sempre più forte
L’official travel agency del torneo e della Federazione, fondata da Fabio Zecchini, continua a strutturarsi e ad ampliare la propria rete di offerte. Per il P1 milanese, Weebora ha studiato delle proposte ad hoc per abbinare il biglietto per il Premier Padel ad altri eventi da vivere in città: l’ingresso al Cenacolo Vinciano, un tour enogastronomico, la partita di Serie A Inter-Parma… Dei format che hanno ottenuto già buoni riscontri e che possono ritagliarsi uno spazio sempre più importante in futuro. Oltre alle attività esterne, le competenze di Weebora possono contribuire a creare nuove experience per il pubblico all’interno dell’arena e ad arricchire tutto ciò che riguarda l’hospitality. Una risorsa da cui il Milano Premier Padel (e in generale tutto il circuito) può  attingere per migliorare sempre di più.



Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *